PROGRAMMI E REPERTORIO
IL SACRO RITROVATO
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Concerto di musica sacra dedicata alle opere sacre scritte in Sicilia di Antonino Reggio , eseguito dall’Arianna Art Ensemble, dall’Ensemble vocale Eufonia e Antonio Il Verso , diretti dal Maestro Fabio Ciulla.
L’originalità del progetto consiste nella riscoperta dell’opera sacra di Antonino Reggio, clavicembalista e prolifico compositore siciliano nato ad Aci Catena nella prima metà del ‘700 e riscoperto nel 2000 ad opera del musicologo inglese Anthony Hart.
Antonino Reggio (1725-1780) è nato a Aci Catena, in provincia di Catania in un ramo della famiglia Reggio, Principi di Campofiorito. All'età di otto anni fu mandato a Palermo per studiare al "Collegio dei Nobili" e poi al Seminario arcivescovile dove fu ordinato sacerdote nel 1749. A Palermo egli compose il Dixit Dominus e il Domine ad Adjuvandum, opere che sono contenute nello stesso manoscritto, e per la prima volta dopo 270 anni circa potranno essere riascoltate .
Prima di essere riscoperta nel 2000 in una biblioteca in Germania, la musica di Antonino Reggio, è rimasta dimenticata per oltre due secoli. Negli ultimi quindici anni è stata effettuata un’approfondita ricerca sulla vita di questo grande e talentuoso prete siciliano. Nel 1770 Charles Burney nel suo libro The Present State of Music in France and Italy afferma che Reggio era, «eminente per le [sue] abilità artistiche e il sapere nella scienza del suono», e poi ‹‹ il miglior clavicembalo che ho incontrato, quello di monsignor Reggio a Roma.» .
Il programma mette in evidenza inoltre il rapporto tra Antonino Reggio e i compositori coevi come David Perez, maestro della Real Cappella Palatina di Palermo negli stessi anni in cui Reggio componeva la sua opera sacra .
PROGRAMMA
Ant.: Deus, in adjutorium meum intende
Antonino Reggio (Acicatena 1725-Roma? 1780)
DOMINE per 4 voci e strumenti (Palermo, 1749 )
Domine ad adjuvandum,
Gloria, a 2, S & A
Sicut erat in principium & Amen
Alessandro Scarlatti ( Palermo, 1660 – Napoli, 1725)
Sonata per flauto, 2 violini e b.c.in la min.
allegro-largo-fuga-largo e piano-allegro
Ant.: Post triduum (dai Vespri per la festività della Sacra Famiglia)
Antonino Reggio (Acicatena 1725- Roma? 1780)
DIXIT per 4 voci e strumenti (Palermo 1749)
Dixit Dominus,
Virgam virtutis, S solo
Tecum principium, a 2 A & T
Iuravit,
Dominus a dextris tuis,
Iudicabit, B solo
De torrente, S solo
Gloria,
Sicut erat in principium & Amen
Antonio Lotti ( Venezia 1667-1740)
Sinfonia dal Teofane (1719)
allegro-adagio-allegro
Ant.: Ante luciferum genitus (dai Vespri per l’Epifania)
David Perez (Napoli 1711-Lisbona 1778)
Dal DIXIT per voci e stromenti (Napoli, 1758)
Dixit Dominus,
Iuravit,
Iudicabit,
Gloria, a 2, S & A (strument.)
Sicut erat in principium & Amen
Inno : Ave Maris Stella
Domenico Zipoli (Prato 1688 – Córdoba 1726)
Verso IV in I tono dalle Sonate d'Intavolatura per Organo e Cimbalo Op.1 (1716 )
David Perez (Napoli 1711-Lisbona 1778)
Dal Domine per voci e strumenti
Sicut erat in Principium
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DMITRI SINKOVSKY ED ARIANNA ART ENSEMBLE
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"Le Stagioni" di A. Vivaldi ed altri concerti italiani per violino archi e bc
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THE MISSING LINK
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Giovanni Sollima - Arianna Art Ensemble
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Giovanni Battista Costanzi (Roma, 1704 – 1778) ebbe grande successo con la sua opera “Carlo Magno” nel 1729, anno a partire dal quale venne nominato, grazie alle raccomandazioni del cardinale Ottoboni, maestro di cappella nelle più importanti chiese romane: nel 1729 a San Luigi dei Francesi, nel 1743 al San Marco e a Santa Maria in Vallicella e infine nel 1755 divenne direttore della Cappella Giulia a San Pietro. Contemporaneamente ebbe un’ottima reputazione di musico, che fu lodata con diverse onorificenze, tra cui la presidenza della Congregazione di Santa Cecilia a Roma nel 1740, 1754 e 1769. Tra i suoi allievi si ricorda il celebre Luigi Boccherini che studiò sotto di lui nel 1757.
I suoi lavori violoncellistici sono straordinari per l’evoluzione tecnica e virtuosistica unita a forza lirica, espressiva e addirittura visionaria. Il linguaggio è in bilico tra Tartini e Boccherini passando dalla Scuola Napoletana, alla quale egli fu vicino.
Le sonate a 2 violoncelli sono senza basso e più avanti nel linguaggio, sfiorano Haydn, di cui egli fu conoscente o amico, tant’è che un concerto in re Maggiore per violoncello e archi è stato attribuito ad Haydn per diversi anni. Da notare la “Sonata da Camera ad usi di corni da caccia” in cui i due violoncelli si inseguono su terze e seste e che rievoca quasi pittoricamente un’immagine apollinea.
In molte delle Sonate i movimenti conclusivi sono costituiti da Minuetti, in alcuni casi appena accennati e con la linea di basso costante e che invita a costruire ulteriori variazioni. Questa è la linea l’indizio, che intendo seguire.
La notazione, in altri momenti, sembra appena accennata, quasi che l’autore/performer intendesse improvvisare su un canovaccio. Per me è un invito a nozze!
Tra la trascrizione in notazione moderna e la decodificazione mi sono trovato – quasi senza accorgermene a riscrivere o a scrivere di sana pianta, fortemente ispirato dal musicista. Dal personaggio e dal contesto romano del tempo intorno a lui. “Il Mandatario” è il brano che ho composto ispirato appunto da uno dei ruoli che Costanzi ricoprì per il Cardinale Ottoboni, ovvero “il mandatario”, capo d’istrumenti, colui che andava in giro a raccogliere musici per formare le orchestra per le grandi occasioni, un vero e proprio casting!
Giovanni Sollima
Programma
Sonate e Sinfonie per Violoncello e basso continuo di Giovanni Battista Costanzi detto il “Giovannino del Violoncello”
Sinfonia re magg per violoncello e basso continuo
Adagio Staccato, Allegro, Amoroso I, Amoroso II (dur: 11:00)
Sonata in do min per violoncello e basso continuo
Adagio, Allegro, Grave, “Capricio” (Allegro assai) (dur: 10:00)
Sinfonia in si bem magg per violoncello e basso continuo
Adagio, Spiritoso, Sarabanda (Amoroso), Minuè (dur: 12:00)
Paolo Rigano, Wayward thoughts (dur: 05:00)
G.B Costanzi, Sonata in si bem magg per violoncello e basso continuo
Andante, Allegro, “Giga” (Allegro) (dur: 6:00)
Sinfonia in do magg per violoncello e basso continuo
Grave, Allegro, Allegro con variazioni (dur: 10:00)
Sonata in sol min per violoncello e basso continuo
Cantabile, Allegro, Presto (dur: 11:00)
Giovanni Sollima: “il mandataro” (dur: 12:00)
Giovanni Sollima , Violoncello
Andrea Rigano, violoncello
Paolo Rigano, arciliuto e chitarra barocca
Cinzia Guarino , Clavicembalo
LA LEGGENDA DI ORLANDO: BATTAGLIE, AMORI E FOLLIA
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Tra cunto e musica barocca
«Le donne, i cavalier, l’arme, gli amori, le cortesie, le audaci imprese» dell’Orlando furioso di Ludovico Ariosto si sono spesso ritrovati sulle scene dell’opera barocca. L’intricata rete di amori, follie, incantesimi e fughe tessute dall’Ariosto offriva ai compositori una perfetta occasione per mettere in scena quegli “affetti” teorizzati nel 1650 dal gesuita Athanasius Kircher. Per suggestionare ed influenzare l’uditore la musica barocca, non solamente quella vocale, sceglie di ricorrere ad un linguaggio codificato e complesso che per ogni “affetto” prevede una soluzione: le arie si dividono così in arie “di follia”, “di furore”, “pastorali” e così via. E tutti questi elementi, dal sogno alla follia all’amore al ritiro pastorale, l’Orlando furioso li offriva in abbondanza, fornendo agli indispensabili fuochi d’artificio vocali dei virtuosi il combustibile di una forte motivazione drammatica: ed ecco le scene barocche affollarsi di Orlandi, Alcine, Ginevre di Scozia, Ariodanti…
Allo stesso modo nella Sicilia dell’Ottocento e del Novecento la narrativa cavalleresca, in particolare l’Orlando furioso, diviene il tema principale dei contastorie e dell’opera dei pupi. Le strategie di declamazione del cunto seguono una codificazione che può essere paragonata a quella delle pratiche compositive della musica barocca, e anche in questo caso il fine principale è “l’affetto”: una comunicazione immediata e inequivocabile delle emozioni dei personaggi, che si imprima fortemente nel pubblico spingendolo a una reazione di viscerale identificazione.
Per questo spettacolo Paolo Rigano ha scelto di accostare alcuni brani strumentali di Antonio Vivaldi agli episodi del cunto: così la scena della battaglia tra musulmani e cristiani è accompagnata dalle strappate degli archi della Sinfonia RV 116, l’amore non corrisposto di Orlando per Angelica dall’Adagio del Concerto per flautino RV 443, infine la follia di Orlando dalle variazioni sul tema della Follia.
Con un ensemble di giovani ma già affermati musicisti siciliani ed il cuntista Maurizio Maiorana, musica barocca e cunto si incontrano nella figura di Orlando, eroe innamorato e furioso, incarnazione della varietà degli affetti e simbolo di una Sicilia profondamente “barocca”.
Sinfonia rv 112 per archi e b.c.
Sinfonia rv 116 per archi e b.c.
sonata a 3 "la Follia" per 2 violini e b.c.
Concerto per flautino , archi e b.c. RV 443
Arianna Art Ensemble
Maurizio Majorana, cunto
In collaborazione con : Accademia di Belle Arti di Palermo
Dipartimento Arti Applicate Scuola di Scenografia
Stage director: Fabrizio Lupo
Back drop/puppet player/stage manager: Alessia D'Amico
Collaboration scenary Grazia Inserillo
Realization puppets/video drawing/puppet player   Gabriele Genova
ALL’ ITALIANA
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Antonio Vivaldi (Venezia 1678-1741)
Trio sonata per due violini e b.c. in re minore “La Follia” RV 63
Concerto per liuto, 2 violini e b.c. in re maggiore RV 93
(Allegro - Adagio - Allegro)
Concerto per flauto dolce, archi e b.c. in do minore RV 441
(Allegro non molto - Largo - Allegro assai)
Trio sonata per violino, liuto e b.c. in sol minore RV 85
(Andante molto - Larghetto - Allegro)
Concerto per flauto, archi e b.c in sol minore "La Notte" RV 104
(Largo - Fantasmi: Presto - Largo - Presto - Largo: il sonno – Allegro)
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“All’italiana”: e quindi contraddistinto da un pizzico di follia, dal piacere dell’improvvisazione, dalla visionarietà di sogni ed apparizioni fantastiche, dall’abbandono al piacere dei sensi. Tutta una serie di caratteristiche che identificano gli italiani in Europa tra Sei e Settecento (e anche oltre) e che sembrano incarnarsi nella figura di Antonio Vivaldi, “il Prete Rosso” che una fonte dell’epoca ricorda come “eccelentissimo [sic] Sonatore di Violino” e “stimato compositore de concerti” che “guadagnò ai suoi giorni cinquantamille ducati, ma per sproporzionata prodigalità morì miserabile in Vienna”. Il prete rosso, “rosso perché brucia e prete perché è un mistico”, per citare Gian Francesco Malipiero, è anche un maneggione (come spesso sono considerati gli italiani all’estero): diventa infatti uno degli amici intimi del consigliere Charles de Brosses “per vendergli a caro prezzo dei concerti”. De Brosses, che di definizioni se ne intendeva (è stato lui a coniare i termini “feticismo”, “Polinesia” e “Australasia”), descrive il compositore come “un vecchio che possiede una furia di comporre prodigiosa. L’ho udito vantarsi di saper comporre un concerto con tutte le sue parti, più velocemente di quanto un copista potesse copiarlo”. Di nuovo la frenesia, la “furia” che confina con il delirio.
Il programma si apre infatti all’insegna della pazzia, con la Trio sonata in re minore che consiste interamente in una serie di variazioni sul notissimo tema della Follia (e Vivaldi non è né il primo né l’ultimo compositore a cimentarsi in quest’impresa), e si chiude con quella lucida fantasmagoria che è il Concerto in sol minore detto “La notte”, dove l’inquietante secondo movimento evoca i fantasmi mentre il terzo e ultimo Largo rappresenta la calma del sonno: come scriveva Gian Francesco Malipiero, “si sente che è notte profonda, impenetrabile”.
Nella scelta dei brani dominano le tonalità minori, quindi “notturne”: un richiamo alla lunare Venezia con la sua aura di decadenza e morte. Un’aura che dal Settecento, momento in cui la Serenissima, pur ancora splendida, va perdendo a poco a poco il suo dominio territoriale, arriva fino alle pagine del Carteggio Aspern di Henry James e di Morte a Venezia di Thomas Mann.
Se nei concerti di Vivaldi questa malinconia nostalgica trova espressione negli Adagi, l’effervescente follia si riconosce nel virtuosismo frenetico degli Allegri, che sollecitano all’estremo le risorse degli esecutori: Charles Burney, altro famoso viaggiatore europeo del Settecento che sull’Italia e sui suoi musicisti ha lasciato preziose testimonianze, nella sua General History of Music scrive: “Se i passi acuti e rapidi costituissero dei peccati, Vivaldi avrebbe pesanti responsabilità di cui render conto…”
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GEMMA BERTAGNOLLI
E ARIANNA ART ENSEMBLE
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Il concerto ha come protagonista Gemma Bertagnolli, considerata tra le interpreti italiane di riferimento per la musica barocca e vincitrice di prestigiosi concorsi internazionali. L’artista poliedrica, che ha inciso anche con Ennio Morricone e Dulce Pontes per Sony Music, eseguira' con l' Arianna Art Ensemble un programma variabile dal vasto repertorio di Gemma .
LA MUSICA NEL REGNO DI SICILIA E DI NAPOLI AL TEMPO DEI VICERE' SPAGNOLI
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Con l’ingresso a Napoli delle truppe di Ferdinando il Cattolico, nel Maggio del 1503, il Regno era
passato alla corona d’Aragona ed iniziava un’amministrazione spagnola che sarebbe durata
duecento anni. Il consolidarsi della dominazione in molte parti della nostra penisola ed il
conseguente stabilirsi di viceré e governatori, di luogotenenti principeschi con tutto il loro seguito
importato dal paese natio, generò uno scambio culturale e un flusso di artisti e musica tra l’Italia
meridionale e la Spagna; queste due culture non solo erano accomunate dalla matrice cattolica, ma
rappresentavano da secoli un baluardo stesso della cristianità; inoltre la dominazione iberica aveva
lasciato profondi segni linguistici,culturali e stilistici. In molti casi, come nel caso del repertorio di
danze e musiche popolari si verificò una ardita e affascinante operazione culturale che vide il
fondersi degli elementi musicali della tradizione spagnola con suoni e colori della musica colta e
popolare dell’Italia meridionale.
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Quel sottile filo che lega Spagna Sicilia e Napoli è ricreato dall’ Ensemble Jacaras che porta in scena uno spettacolo che attraverso la musica e la recitazione ricrea l’ atmosfera che si viveva nel ‘500 e ‘600 nel sud Italia durante la dominazione spagnola.
Lo spettacolo è frutto di una ricerca storica di Paolo Rigano sulle musiche italiane e spagnole del periodo, che vengono eseguite con gli affascinanti strumenti dell’epoca e la corretta tecnica esecutiva.
Villanelle , tonos, danze e ritmi della tradizione sottolineano la caratteristica “colta e popolare” di questa musica , che veniva eseguita nelle strade e nei salotti dei palazzi nobiliari di Palermo e Napoli.
Il testo , recitato da Debora Troìa, tratto dal racconto "Canto perche' l'amor non passa" di Gianfranco Perriera , che narra la storia di una giovane donna vissuta in quel periodo a Napoli e Palermo, si alterna con sapienza alle musiche , che ne esaltano i momenti lirici , comici e drammatici.
Programma
Anonimo
Madonna tu mi fai lo scorrucciato
Anonimo
I sarracini adorano lu sole
J. Hidalgo
No Querais Dormir
J. Marin
No Piense Menguilla ya
A. de Santa Cruz
Jacaras
J. Marin
Niña como en tus mudanças
A. Piccinini
Ciaccona
Anonimo
Fronni d’alia
Anonimo
Vurria ca fosse ciaola
Anonimo
La fimminisca
S De Murcia
Fandango
Anonimo
Mi votu e mi rivotu
Anonimo
Tarantella
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musicisti
Debora Troia canto e recitazione
Paolo Rigano chitarra barocca
Matteo Rabolini percussioni
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IL POLISTRUMENTISMO NEL BAROCCO
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Il concerto oltre ad essere dedicato alla figura del polistrumentista nel ‘700, offrirà al pubblico l’occasione di “viaggiare” attraverso i repertori musicali per flauto dolce, fagotto e arciliuto dell’Europa tardo-barocca, per potere apprezzare le differenze stilistiche e anche l’interessante gioco di influenze creatosi fra le diverse espressioni nazionali. Protagonisti Alessandro Nasello flauto e fagotto e l’Arianna Art Ensemble : Andrea Rigano (violoncello) e Cinzia Guarino (clavicembalo). Alessandro Nasello si esibisce regolarmente nelle più prestigiose sale da concerto per i festival e le stagioni musicali europee di musica antica, e collabora stabilmente con i principali gruppi di musica antica in Europa.
Oggi ci sembra quasi una rarità, invece nel barocco il musicista solitamente suonava più strumenti, come racconta nel suo Trattato sul flauto traverso Johann Joachim Quantz (1697-1773), che all’ età di 16 anni suonava: il violino, il violoncello la viola da gamba, il contrabbasso, l’ oboe, la tromba , il corno da caccia, il cornetto, il fagotto, il trombone, il flauto dolce, e studiava il clavicembalo e la composizione.
In programma musiche di Diogenio Bigaglia, Luigi Merci, Silvius Leopold Weiss, Ludovico Roncalli, Johann Fasch e Johann Adolf Hasse.
Alessandro Nasello si esibisce regolarmente nelle più prestigiose sale da concerto per i festival e le stagioni musicali europee di musica antica, e collabora stabilmente con i principali gruppi di musica antica in Europa.
Ha all’attivo diverse registrazioni per le case discografiche :DECCA, ORF e Overplay-
Programma
Diogenio Bigaglia (1676-1745) Sonata in la min per flauto soprano e continuo
(Adagio – Allegro-Tempo di Minuetto- Allegro)
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Sonata in La min op 3 n.6 per fagotto e continuo
(Allemanda- Adagio-Tema con Variazioni)
Silvius Leopold Weiss (1686-1750)
Ciaccona
Johann Adolf Hasse (1699-1783) Cantata in si b maggiore
( Allegro-Adagio-Allegro-)
Ludovico Roncalli (1686-1750)
Passacaglia
Johann Friedric Fasch (1688-1758) Sonata in do maggiore per fagotto e continuo
(Largo- Allegro-Andante- Allegro Assai)
Alessandro Nasello flauto fagotto barocco
Paolo Rigano (arciliuto e chitarra) ,
Andrea Rigano (violoncello)
Cinzia Guarino (Clavicembalo).
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“Mio caro Casanova...Lettere d'amore e di amicizia”
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Conosciuto come seduttore instancabile, ingannevole e profittatore, Giacomo Casanova è rappresentato da un punto di vista diverso, quello delle donne che lui ha amato, corteggiato o soltanto avuto per amiche. Attraverso le tantissime lettere a lui inviate, rinvenute nel 1911 dallo studioso Aldo Ravà a Dux, in Boemia, dove Casanova risiedette fino alla morte, emerge, infatti, un lato insolito del famoso libertino veneziano, che si rivela, invece, di una inaspettata umanità, disponibilità e amicizia nei confronti delle donne. Ben si comprende che oltre a saperle amare, Casanova sapeva anche ascoltarle e regalare loro le sue attenzioni. Nello spettacolo, le due attrici Silvia Di Giovanna e Fabiola Arculeo danno vita a otto delle molteplici autrici delle epistole, alcune delle quali lasciate volutamente piene di errori ortografici, sgrammaticate o traslate direttamente dal dialetto, per non alterarne la genuinità.
Grande ruolo nello spettacolo ha la musica di A. Vivaldi, anonimi veneziani e J.A. Hasse che riporta clima affascinante, splendido e ineguagliabile del '700.
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PICCOLA CRONACA DI ANNA MAGDALENA BACH
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La visita di Kaspar
Suite per violoncello n. 5 BWV 1011 : Sarabanda
Triosonata BWV 527: Andante
La prima volta che lo vidi.....
Sonata per flauto e b.c. BWV 1034 : Andante
Ricordo di Sebastian
Suite Inglese per cembalo BWV 808:
Preludio Suite per violino BWV 1004 : Giga
Il percorso artistico del giovane Bach
Suite per liuto BWV 995:
Allemanda
Triosonata BWV 527: Vivace
Il Clavier Büchlein für Anna Magdalena Bach
Preludio in do maggiore BWV 846
Sonata in mi minore BWV 1034: Allegro
Bach insegnante
Suite per violoncello n. 5 BWV 1007: Sarabanda Trio sonata in sol maggiore :Vivace
La nostra, una famiglia di musicisti!
Trio in sol minore BWV 584Suite per violoncello n. 3 BWV 1009: Allemanda
Suite Inglese BWV 808: Sarabanda
Tra le sue opere : La passione di Cristo
Passione Secondo San Matteo: Aria “Aus Liebe will mein Heiland sterben”
Ah mio grande uomo, ora è andato a far musica in Cielo!
“Finchè la sua musica vivrà egli vivrà con noi”.
Nel 1721 Johann Sebastian Bach (1685-1750 sposò Anna Magdalena Wilken una giovane cantante di diciassette anni più giovane di lui.La differenza di età non impedì un’unione ideale: la casa si riempì presto di figli, che andarono ad aggiungersi ai nati dal primo matrimonio. La musica e la fede segnarono trent’anni di vita comune, dapprima al castello di Cöthen e quindi a Lipsia. La donna, oltre a occuparsi dell’educazione dei figli, ricopiava in bella copia le composizioni organistiche di Bach scritte per gli allievi e sapeva aiutarlo nel preparare le parti d’orchestra per le esecuzioni domenicali. La calligrafia della moglie divenne negli anni così simile a quella del marito che molti manoscritti furono a lungo scambiati dagli studiosi per autografi del compositore. Tanta dedizione fu ricambiata da un amore intenso e un piccolo quaderno di composizioni: Bach vi raccolse alcuni semplici pezzi che dovevano servire alla moglie per perfezionarsi nel suonare il clavicembalo. Alla morte del marito, nessuno dei figli provvide a lei, così la donna visse del sostentamento della Municipalità di Lipsia e, probabilmente, accolta in casa di amici.
Anna Magdalena rivive in questo spettacolo, nato da una combinazione di testi e musiche, per rievocare alcuni momenti intensi degli anni passati al fianco di Johann Sebastian, attraverso il reading recitativo di testi drammaturgicamente adattati, tratti dal libro “Piccola cronaca di Anna Magdalena Bach” e l’esecuzione di musiche tra le più belle del grande musicista, alcune delle quali comprese nel “Clavier-Büchlein für Anna Magdalena ”, che Bach le dedicò nel 1722 e da lei gelosamente conservato.
La percezione, così, è quella non solo del Bach artista, ma anche della sua dimensione umana e familiare, il miracolo della sua arte, i suoi momenti difficili, la sua fermezza morale ed intellettuale.
Francesco Colletti, violino
Alessandro Nasello, flauto
Cinzia Guarino, clavicembalo
Andrea Rigano, violoncello
Paolo Rigano, liuto
Anna Magdalena: Silvia Di Giovanna
Kaspar Burgholt: Daniele Profeta
Riduzione e adattamento scenico: Adriana Rigano
Regia : Paolo Rigano
Costumi : Silvia Di Giovanna Audio e luci: LUX Eventi
Costi : 3500 euro
MORCEUX DE MOLIERE
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Lo spettacolo “Morceaux de Molière. Les hommes et les femmes...sul matrimonio ed altri affari” mette in scena, monologhi e dialoghi di diverse opere dell'autore francese, accomunati da un filo conduttore, il rapporto tra uomo e donna, ed in particolare, il matrimonio e tutto ciò che è ad esso collegato.
I brani letti e interpretati da quattro attori in scena, trattano dei diversi punti di vista sul matrimonio, le motivazioni che inducono al matrimonio, la gelosia, il piacere dell'amore, il fallimento della scelta e il tradimento, così come nello stile di Molière, in chiave umoristica, dalla quale deriva una satira divertente e amara della società del tempo, in particolare della borghesia nella incessante ricerca di imitare l'aristocrazia.
Nello spettacolo viene messa in evidenza la insospettabile psicologia dei sessi rappresentata da Molière, acuto osservatore della società: ad un maschilismo estremo, infatti, viene contrapposta la capacità delle donne di autodeterminarsi e la voglia di emanciparsi attraverso la cultura.
Pungente e spassosissima è l'ironia di Molière sulla gelosia fuori da ogni ragione, tematica attualissima, che ritroviamo anche nel periodo barocco quale spunto di riflessione.
Le bellissime musiche dell'epoca si alternano ai brani delle commedie. Tra gli autori, Jean Baptiste Lully e Marc-Antoine Charpentier, i principali compositori che hanno musicato le opere di Molière. In scena gli attori Elena Pistillo, Antonio Silvia
Silvia Di Giovanna, Francesco Cusumano.
Le musiche sono realizzate da Francesco Colletti, violino, Alessandro Nasello, flauto dolce, Paolo Rigano, chitarra barocca , Cinzia Guarino, clavicembalo.
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I CONCERTI DA CAMERA DI ANTONIO VIVALDI
La tempesta di mare
(Allegro) Largo Presto
Concerto in sol minore RV 105
Allegro largo (Allegro)
Trio RV 103 per flauto, oboe e fagotto
Allegro ma cantabile, Largo, Allegro non molto
Concerto in fa maggiore RV 100
Allegro, (largo), Allegro
Concerto in sol minore RV 107
Allegro, Largo, Allegro
La grande disponibilità di abili musiciste che Vivaldi poteva avere in qualità di
“Maestro de’ Concerti” presso la Pietà a Venezia, contribuì a favorire un’ampia
ricerca di diverse combinazioni strumentali, prospettando un'esplorazione più ricca e
varia rispetto alla consuetudine, con soluzioni paragonabili a quelle dei
Brandeburghesi di Bach. Composizioni dunque di insolita strumentazione, la maggior
parte di questi “Concerti senza orchestra” rivela il gusto vivaldiano per l’onomatopea
e per il descrittivismo sonoro; alcuni possono essere considerati come una serie di
concerti per flauto, altri invece, per l’alternarsi di episodi stilistici in varie
combinazioni strumentali, possono essere considerati assimilabili alla struttura del
Concerto Grosso. Sono opere nelle quali le forme della tradizione musicale barocca
sembrano venire intenzionalmente trasformate, sviluppando modelli compositivi più
aperti, consentendo di sperimentare nuove possibilità formali e timbriche.
Ottavio Brucato, flauto dolce
Fabio D' Onofrio, oboe
Valeria Caponnetto, violino
Alessandro Nasello, fagotto
Andrea Rigano, violoncello
Paolo Rigano, arciliuto
Cinzia Guarino, clavicembalo
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PROGRAMMI CLASSICI SU STRUMENTI STORICI
IL PIANOFORTE DI MOZART
Un concerto di musiche mozartiane, eseguite su strumenti originali e copie degli strumenti coevi mozartiani. La notevole differenza tra tali strumenti e quelli in uso comunemente oggi, dà origine ad una prassi esecutiva alquanto diversa, e di conseguenza si ottiene un risultato timbrico e musicale quanto mai nuovo e sorprendente per il pubblico di oggi.
Cinzia Guarino, fortepiano
Fabio D’Onofrio, oboe
Tindaro Capuano, clarinetto
Francesco Colletti, viola
Alessandro Orlando, corno
Alessandro Nasello, fagotto
Programma
Trio in mib magg. K 498 "Kegelstatt" per fortepiano, clarinetto e viola,
Fantasia in re minore k 397 per fortepiano
Quintetto in mib magg K 452 per fortepiano, oboe, clarinetto, corno, fagotto
UN TRIO INSOLITO
Cinzia Guarino, fortepiano
Francesco Colletti, violino
Alessandro Nasello, fagotto Savary a Paris 1820
Programma
- F. Schubert Sonata D 384, per violino e pianoforte;
- F. Chopin Terza Ballata, Ballata in La bem maggiore Op.47;
- A. Reicha Sonata in Si bem opera postuma, per fagotto e pianoforte;
- M. Glinka Trio “Pathetique” per piano, violino e fagotto
- P. Rigano Elegia
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MOZART
Gran Partita
Il celebre pezzo mozartiano per tanti fiati di Mozart “la Gran Partita” per 13 strumenti con i migliori strumentisti a fiato del panorama italiano, affermati e in carriera in Europa.
Largo - Allegro molto, Minuetto, Adagio, Minuetto (allegretto), Romanza (adagio-allegretto-adagio), Tema con variazioni (andante-allegretto), Rondò (allegro molto)
Musicisti:
Emiliano Rodolfi, Gioacchino Comparetto: oboi
Francesco Spendolini, Giuseppe Balbi: clarinetti
Tindaro Capuano, Domenico Urbinati: corni di bassetto
Alessandro Denabian, Elisa bognetti, Alessandro Orlando, Antonino Patti: corni
Alessandro Nasello, Giuseppe Davì: fagotti
Maurizio Barigione: controfagotto / o contrabbasso: Luca Ghidini
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L. V. Beethoven
Settimino
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Allegro con brio
Adagio cantabile
Tempo di menuetto
Tema con variazioni : Andante
Scherzo : Allegro molto e vivace
Andante con moto alla marcia. Presto
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Musicisti:
Patrizio Germone: violino
Giorgio Chinnici: viola
Andrea Rigano: violoncello
Luca Ghidini: contrabbasso
Giuseppe Balbi: clarinetto
Alessandro Nasello: fagotto
Alessandro Orlando: corno
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TRA SICILIA E SPAGNA NEL 700
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Il concerto dal titolo “Tra Sicilia e Spagna nel 700” ha come protagonista la soprano Maria Hinojosa Montenegro, considerata tra le nuove interpreti europee di riferimento per la musica barocca e vincitrice di prestigiosi concorsi internazionali. L’artista poliedrica ha all’attivo una copiosa produzione discografica, e ha lavorato con i grandi specialisti come G.Garrido, G.Antonini o O. Dantone, S. Montanari. In programma il Salve Regina e arie per solo soprano di Antonino Reggio
Maria Hinojosa Montenegro, soprano
Francesco Colletti, Victoria Melik, violini
Raffaele Nicoletti, viola
Alessandro Nasello, fagotto barocco
Andrea Rigano, violoncello
Paolo Rigano arciliuto
Cinzia Guarino clavicembalo
Programma A. Caldara (1670 –1736)
Sinfonia dall’Oratorio “Maddalena ai piedi di Cristo”
Da Il più bel nome : “ S’egl ‘ è ver che amaste un dì”
E. D’Astorga (1680-1757)
dalla Dafni : “Vo cercando in queste valli”
F. Lizio (?- 17778)
Concerto in Do maggiore per fagotto, archi e continuo
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Reggio (1725-1780)
Salve Regina e arie per soprano
G. B. Pergolesi (1710-1736)
Sinfonia in sol maggiore
DomènecTerradellas (1713-1751)
dall’ Imeneo in Atene: “ V'è un infelice che per te more”
Santiago De Murcia (1673-1739)
Tarantella
Domènec Terradellas (1713-1751)
dall’ Imeneo in Atene : “Chi sà dir se la mia speme “
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Note sul programma
Il programma del concerto è un viaggio attraverso la musica settecentesca dei regni di Sicilia , Napoli e della Spagna, che vuole mettere in luce quell'interessante gioco di influenze creatosi fra le diverse scuole musicali, ma anche apprezzarne le differenze stilistiche . A partire dalla seconda meta del’600 iniziò uno scambio culturale e un flusso di artisti e musica tra l’Italia meridionale e la Spagna; queste due culture non solo erano accomunate dalla matrice cattolica, ma rappresentavano da secoli un baluardo stesso della cristianità; inoltre la dominazione iberica aveva lasciato profondi segni linguistici, culturali e stilistici,rendendo naturale la migrazione di musicisti e cantanti proprio verso la Spagna, come nel caso di Emanuele Rincón d' Astorga , nato ad Augusta nel 1680 e morto a Madrid nel 1757, il cui Dramma Pastorale Dafni riscosse enorme successo proprio nel Teatro di Barcellona, dove nel 1708 venne anche eseguita l’opera “ Il più bel nome” di Antonio Caldara da cui è tratta l’aria in programmma : “ S’egl ‘ è ver che amaste un dì”, scritta per il matrimonio di Carlo III di Spagna, fratello dell'imperatore d'Asburgo Giuseppe, con Elisabetta Cristina di Brunswick-Wolfenbüttel.
Nella vita Antonio Caldara ed Emanuel D’Astorga erano legati anche da una forte amicizia, tanto che la figlia di Caldara , Sofia Jacobina Maria, fu battezzata proprio da Astorga, il 9 maggio 1712.
Tra coloro che intrapresero questo percorso cosmopolita possiamo annoverare sicuramente Santiago De Murcia, chitarrista e compositore vissuto in Spagna a cavallo tra XVII e XVIII secolo, sensibile in particolare alle danze e temi popolari, che compì , in quei lontani anni, una ardita e affascinante operazione culturale riuscendo nelle sue opere ad integrare musica della tradizione spagnola e suoni e colori delle culture popolari dell’Italia meridionale. I due brani Fandango e Tarantella tratti da Codice Saldivar n.4 e Resumen sono un esempio di questo suo ambizioso progetto.
Ovviamente la migrazione avvenne anche in senso contrario, come nel caso del compositore catalano Domènec Terradellas, che nel 1732 si recò a Napoli per studiare presso il Conservatorio dei Poveri di Cristo con Francesco Durante , lo stesso insegnante che aveva curato la formazione di Giovanni Battista Pergolesi, il quale proprio in quegli anni trionfava sulla scena musicale, seppur per breve tempo, dato che la morte lo colpì a soli 26 anni.
In programma anche in prima esecuzione assoluta il Salve Regina del compositore Siciliano Antonino Reggio nato ad Aci Catena nel 1725. Prima di essere riscoperta nel 2000 in una biblioteca in Germania, la musica di Antonino Reggio, è rimasta dimenticata per oltre due secoli. Negli ultimi quindici anni è stata effettuata un’approfondita ricerca sulla vita di questo grande e talentuoso prete siciliano. Il manoscritto del Salve Regina è datato 20 aprile 1747, a Napoli, ed è dedicato a Caterina Gravina, principessa di Campofiorito, la moglie di Don Luigi Reggio, ambasciatore in Spagna e Francia. Nel 1770 Charles Burney nel suo libro The Present State of Music in France and Italy afferma che Reggio era, «eminente per le [sue] abilità artistiche e il sapere nella scienza del suono», e poi ‹‹ il miglior clavicembalo che ho incontrato, quello di monsignor Reggio a Roma.» .
Lo stesso Burney ricorda di avere ascoltato a Napoli, eseguito da un alunno del Conservatorio dei Turchini, un concerto per fagotto e archi e continuo, presumibilmente quello in Do maggiore in programma di Ferdinando Lizio, fagottista e compositore che ricopre un ruolo di tutto rispetto nella letteratura solistica per fagotto, pur essendo un autore minore della scuola napoletana.
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